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16-12-2018 Scialpando allo stazzo

Ore 08:30, io e Trombetta iniziamo la salita lungo pista non battuta di Passo lanciano.


L’ambiente è surreale: non c’è anima viva ed è tutto ovattato, gli sci non fanno nemmeno rumore! Mica avete spento l’audio per caso?


Si passa vicino allo stazzo di Roccamorice.

Ora la salita è ancora più bella con un panorama da urlo.

Man mano che ci si avvicina a Colle Remicinelli, si scopre il mondo intorno a noi.

Anche se questo itinerario l’avremmo percorso dai 6 ai 7 milioni (miliardi) di volte, per noi è sempre una forte emozione!
Eccoci a Fonte Tettone, ora inizia la risalita verso la Majelletta.
Normalmente da questo punto, si taglia il pendio sulla destra delle piste, procedendo in diagonale puntando la Madonnina.

Noi che abbiamo sete invece, percorriamo la pista Panoramica fino al Rifugio Pomilio per “lubrificare” le corde vocali.



Dopo un breve “rifornimento”, ripartiamo di slancio verso le antenne.


La temperatura è ottima, il vento è debole, l’ambiente è da sballo, cosa vogliamo di più? Un prosecco! Quello dopo.

Procedendo senza fretta causa pause fotografiche, arriviamo alla Madonnina.
Non ci fermiamo neanche per la rituale foto perché tanta è la voglia di sniffare questa polvere fantastica.
Strapp (rumore di spellamento), clic calc (rumore di conversione attacchi), trac, trac, trac, trac (rumore di stringimento scarponi, che sudata!), clunck, stacc, sbeng, porca miseria, stalochk, mo t’accid, sperepeck (rumore di tentativo di aggancio degli scarponi colmi di neve a quei miseri, ivisibili attacchini)!

Dopo aver sudato le famose 7 camicie, finalmente si cala.
Inutile dire che è una goduria pazzesca!

Anche Trombetta, con il suo stile “sderrazza” scia da favola.

Al contrario del solito, questa volta scendiamo sull’estrema destra del pendio perché:
1)    prima che rispolverasse questa nevetta, sotto c’era un buon fondo;
2)    la consistenza della neve permette di calare su pendii più ripidi;
3)    non ci siamo mai scesi;
4)    così ci ha detto il cervello.


Alle 12:15 circa siamo al rifugio Marcello Di Marco (1747m) vicino allo Stazzo di Caramanico.
Dentro a questo graziosissimo giaciglio, si trovano dei membri del CAI di lanciano insieme a degli altri ragazzi, tutti intenti a condividere le loro provviste (sembra il pranzo di Natale in realtà!) innaffiandole con del succo d’uva fermentato. Che professionisti!

Partecipiamo a questa conviviale con estremo piacere ed onore.
Poi, una volta chiuse le danze, bisogna purtroppo risalire.

Ciao ragazzi, grazie ancora!

Per fortuna, qualcuno che ci ha preceduti, ha battuto la traccia, noi saremmo dei grandissimi maleducati se non la seguissimo, bisogna onorare e portare rispetto al tracciatore!
Per far trascorrere agevolmente la salita, la spezziamo con varie foto.

Lo so che sono tutte uguali e che ne ho diecimila, ma è sempre bello.

Una volta tornati alla Madonnina, ci ricordiamo di fare la foto.

Ora forse è la parte più bella della gita: scendiamo completamente fuori pista sopra un manto praticamente vergine giù per vallette e valloncelli fino allo skilift.

Poi di nuovo Fonte Tettone ed il faticosissimo traverso (con gli sci) fino all’arrivo della funivia di Passo Lanciano.
Sembra che abbiano battuto le piste, dai facciamo il pistone!
Si, l’hanno battuto solo fino all’innesto della pista 3, il resto è un campo arato!
Dai schiattiamoci le gambe!

Non so come riesca mio fratello ad approfittare di ogni momento di pausa per dormire!



Tra i tepponi di neve più assurdi, con estrema calma, riusciamo a stare giù sani e salvi (ore 15:00)

I 950m di dislivello totale in salita e pure in discesa più divertenti degli ultimi tempi! 

DAI GAS!




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Articolo del 29 Jan 2019 by Alfredo
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