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29-05-2016 Cima dell'Altare (dalla Grotta dei Diavoli)
Dal parcheggio antistante le famigerate Gole di Santo Spirito di Fara San Martino (quota 489 mt.), ci incamminiamo verso la Grotta dei Diavoli (quota 2.170 mt.) prefissato come primo obiettivo della giornata. Considerate le prossime uscite sulle Alpi, decidiamo di mollare un po’ il  freno ed aumentare l’andatura per testare il nostro grado di allenamento. La squadra è composta dallo scrivente (Terminator), Marco (Trombetta), Giustino (GPS Tell) e Simonetta (T2).


 
Superate le Gole di San Martino, il suggestivo “Eremo di San Martino in Valle”, costruzione risalente al secolo XI e riportato alla luce da recenti scavi archeologici,  accoglie l’escursionista intenzionato ad addentrarsi nell’immenso Vallone di Santo Spirito. 



Lungo il tragitto incontriamo uno dei pastori più noti della zona che, spalleggiato da possenti muli, accompagna le sue capre nei pascoli più alti della Maiella, dove rimarranno fino alla fine dell’estate.



Alcuni muli, incuriositi della presenza umana, si fermano ad osservarci e sembrano che ci vogliano incitare a proseguire la marcia.



Mulo: "Sarebbe possibile conoscere la località verso cui siete diretti?".
Saponetta: "Non riesco a comprendere le richieste esposte da questa sottospecie di razza equina".



Mulo: "Le consiglio di riprendere celermente il suo cammino, senza proferir parola, altrimenti mi vede costretto a sferrarle un paio di potenti calci".
Raggiungiamo “Bocca dei Valloni” (quota 1.070 mt.), una sorta di area attrezzata con alcune panche in legno e una fontana che da qualche anno non espleta più la sua funzione, cioè quella di dissetare gli escursionisti di passaggio. Lasciamo sulla nostra destra il sentiero ben indicato che porta alla Grotta dei Callarelli e proseguiamo dritti seguendo la traccia contraddistinta, più avanti, dalla sigla “H1”.



Il sentiero inizia ad inerpicarsi nel bosco di faggi per poi aprirsi in radure che con il salire della quota diventano sempre più frequenti, fin quando il bosco lascia spazio alla vegetazione d’alta montagna.





Fonte Milazzo, ultimo punto di rifornimento idrico per coloro che sono diretti al Monte Amaro.
GPS Tell, detto anche “il piccolo chimico”, si allontana dal gruppo e con riservatezza tira fuori il c.s.d. “asso dalla manica”, che gli permetterà di raggiungere la vetta come una locomotiva a vapore.



Appena dopo Fonte Milazzo, la segnaletica indica la Grotta dei Porci, raggiungibile in poco più di mezz’ora, e Cima Pomilio (quota 2.526 mt.) che si raggiunge attraverso la Valle delle Mandrelle. 



La Sala del Monaco, una radura d’alta quota, sta ad indicare, per chi già conosce questo itinerario, che a breve si dovrà lasciare il sentiero principale (H1) e deviare verso sinistra per la Grotta dei Diavoli.



Difatti, usciti allo scoperto, possiamo ammirare davanti a noi lo scenario dell’immensa Val Cannella e, sulla nostra sinistra, le imponenti pareti che sovrastano la Cima dell’Altare con sotto, incastonato tra le rocce, la grotta che tra poco raggiungeremo.





Lasciamo sulla nostra destra il sentiero principale (H1) che porta al Monte Amaro e ci incamminiamo su una quasi inesistente traccia, contrassegnata di tanto in tanto da qualche omino di pietra, raggiungendo in poco tempo la Grotta dei Diavoli (quota 2.170 mt.).







Una breve pausa, qualche foto panoramica e di nuovo in marcia.



Nonostante la stagione avanzata, troviamo ancora alcune lingue di neve che ci costringono a calzare i ramponi.





Per raggiungere la cresta, ci teniamo il più possibile a ridosso della parete; le molte cavità naturali usate come ripari e qualche debole traccia, testimoniano che il luogo, seppur impervio, in passato era frequentato dai pastori locali.





Finalmente raggiungiamo la cresta, ma non è finita, ci attendono altri 400 metri di dislivello prima della vetta.





L’attenzione non à mai troppa, prima di raggiungere la cresta finale, troviamo alcuni tratti con passaggi da non sottovalutare e la roccia, molto friabile, accentua le difficoltà.  
GPS Tell, non vede l’ora di arrivare in vetta, è carico di energia al punto tale che il suo corpo è in ebollizione come la caldaia di un ferro da stiro.    



GPS Tell: "Credo di aver commesso un errore nella miscelazione degli agenti chimici. Percepisco delle ustioni sulla cute".



Avvistiamo la cima, è li davanti a noi che ci aspetta.



Evitiamo di calzare di nuovo i ramponi passando al di sopra della lingua di neve.



Ci siamo, alle 13:20, la famigerata bandiera dei “Camosci d’Abruzzo” sventola sulla Cima dell’Altare (mt. 2.540). La foto di vetta con le gambe semiflesse dimostra che non siamo affatto stanchi, sebbene l’estenuante fatica, riusciamo ancora a stare in piedi su una sola gamba. 



Davanti a noi il Monte Amaro (mt. 2.793).



Le nuvole minacciose ed il vento piuttosto forte, ci  costringono a metterci di nuovo in marcia.



Per la discesa costeggiamo la cresta seguendo, a vista, le bandierine bianco/rosse (H5) che scompaiono appena dopo il bivio con il sentiero H3 (quota 1.600 mt. circa). Da qui in avanti occorre prestare molta attenzione evitando di scendere molto di quota e non appena ci si trova ai margini del bosco, occorre costeggiarlo in discesa, tenendolo sulla sinistra, per un centinaio di metri, fino ad individuare una traccia poco evidente che andrà seguita con attenzione fino a raggiungere la Cima Tarì.  





Alle 16:20 raggiungiamo Cima Tarì.



Ci addentriamo nel sentiero che ci porterà alla Casa del Pastore, da dove una carrareccia di riporterà al punto di partenza.





Alle 18:00 in punto raggiungiamo il parcheggio antistante le Gole di San Martino.
Un elogio speciale al nostro GPS Tell che nonostante la lunga assenza nelle attività escursionistiche, con la tenacia di sempre è riuscito a concludere un percorso classificato tra uno dei più duri ed impegnativi della Maiella Orientale.





Consigli utili per chi volesse affrontare il percorso:
  1. L’itinerario ad anello, della lunghezza complessiva di circa 30 chilometri, ha un dislivello in salita di circa 2.100 metri con tempi di percorrenza largamente  superiori alle 8 ore.

  2. Dal punto di partenza e fino alla Grotta dei Diavoli il tracciato è ben segnalato e di facile accesso, fatta eccezione del dislivello da superare pari a  mt.1680; dopo la grotta e fino alla cresta, la traccia è inesistente ed occorre tenersi il più possibile a ridosso dell’imponente parete che sovrasta la Cima dell’Altare. Si consiglia l’uso del casco in quanto vi è concreto pericolo di caduta sassi ed un paio di ramponi a seguito poiché, fino a primavera inoltrata, è facile incontrare lingue di neve, su pendenze importanti, che scendono verso valle.

  3. Usciti in cresta e fino alla vetta, la traccia non è marcata pertanto occorre proseguire a vista, tenendosi il più possibile lontano dal bordo della parete a causa della roccia friabile, con conseguente pericolo di frane.

  4. Per la discesa, se si utilizza la via delle creste, fino a quota 1600 circa troverete la segnaletica del parco (H5), poi nel tratto finale prima della Cima Tarì, essa scompare quindi, per evitare spiacevoli situazioni, raggiunto il bosco, costeggiarlo in discesa, tenendosi al di fuori, per circa 100 metri fin dove una debole traccia vi indirizza nella vegetazione. Da li in avanti, procedere con molta cautela poiché di tanto in tanto troverete alcuni vecchi paletti di segnalazione che indicano la giusta via.

  5. Da Cima Tarì, per riprendere la traccia che vi condurrà al Rifugio del Pastore, occorre scendere il prato in obliquo ed in direzione opposta alla discesa, fino a raggiungere il bosco dove la traccia - molto più evidente - è contrassegnata da grossolani segnali, attaccati sui rami degli alberi (pezzi di stoffa di colore giallo), che stanno ad indicare la via da percorrere.

Viva la montagna e chi la rispetta!


Relazione scritta da Alessandro.

4 Commenti
Articolo del 08 Jun 2016 by Marco
by fausto_74 @ 10 Jun 2016 01:30 pm
Bellissimissimo giro.

Complimenti al Presidente che ha scritto una relazione con i contro-attributi... noi tutti dovremmo prendere esempio!!!

Bravi tutti x il giretto!!! Che roba!!
by alfredo @ 10 Jun 2016 07:49 pm
Bellissimo giro da me mai percorso. La Majella offre ancora tante cose da vedere!
by ClemClem @ 11 Jun 2016 05:08 pm
Percorso pazzesco per lunghezza, dislivello, orientamento e ambienti! Solo per veri esperti molto allenati… FENOMENI! Complimenti a Terminator per la relazione curata nei minimi dettagli. smile
by Alberto @ 12 Jun 2016 11:54 am
Bravi ragazzi! Che ambienti bellissimi!!!
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