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06-03-2016 Rava dei Ferrari
Da Passo S.Leonardo, si prosegue in direzione Campo di Giove, circa un chilometro dopo (comunque prima del bivio per Pacentro), si vede sulla sinistra un cancello di ferro verde da dove parte una strada sterrata.


Questo è il nostro punto di partenza.
Ore 08:10, si parte.
Il numeroso gruppo è composto dai camosci: TERMINATOR, la presidentessa TERMINATOR 2 (o Saponetta), GPS Tell, Er Monnezza, Trombetta, Puzzola e gli amici: Luciano, Mimma e Titti.


Procediamo lungo la sterrata sotto lo spoglio bosco fino allo “Spiazzo del Ladrone” (il nome è inventato ma a noi piace).


Proseguiamo la sterrata fino al bivio per i canali gemelli che noi lasciamo sulla destra.


Ora il sentiero è meno evidente ma con un po’ di attenzione riusciamo a vedere i segnali sugli alberi.


La via è ripida e la neve è molle ma noi siamo camosci e galleggiamo sul candido manto bianco.


Finalmente siamo fuori dalla selva e le meraviglie della natura si presentano davanti a noi.


Inizialmente la neve è bassa e avanziamo senza difficoltà ma la profondità della coltre è direttamente proporzionale alla quota (o dovrebbe essere così).


Di fronte a noi c’è la nostra bella rava che ci aspetta e visto che ci troviamo in posto comodo, decidiamo di mettere i ramponi.


C’è parecchia neve di riporto a causa del vento di questi ultimi giorni.


Il presidente ci chiama a rapporto e dopo un piccolo consulto decidiamo di provare sul bordo sinistro della valle per vedere se si affonda meno che nel fondo.


La prova non dura molto, affondiamo fino alle orecchie.


Evidentemente i fili d’erba che vedevamo affiorare dalla neve sono alti due metri!


Si torna sul fondo della rava. Sopra non ci sono accumuli quindi apparentemente il pericolo di scariche è minimo.
Il problema è che con questa neve soffice la progressione è faticosa.


Infatti c'è chi fa il pieno di energie!
Per alleggerire la fatica adottiamo la tecnica dei cento passi.




A turni, il presidente, Trombetta ed io, passiamo in testa al gruppo per fare le tracce dandoci il cambio ogni cento passi…niente di più intelligente.


Questa alternanza dura fino circa cinquanta metri dall’uscita della via dove la neve diventa bella ghiacciata e non c’è più bisogno di fare le tracce.


Il vento è molto forte, bisogna correre ai ripari.


Alle ore 12:30, siamo tutti fuori dalla via.


Di fronte a noi c’è il Monte Macellaro.


L’autoscatto è di rito.


Decidiamo di non continuare a causa del vento freddo.






Si torna giù per la stessa via di salita.
Allo “Spiazzo del Ladrone” c’è la pausa pranzo obbligatoria.


Io e "mia sorella!"


Ora 15:25, siamo di nuovo alle macchine.


Vediamo come ci possiamo fare male ora visto che prima non ci siamo riusciti.
Comunque, riusciamo a tornare a casa sani e salvi, l'importante è questo!
Bellissima uscita in un fantastico luogo insieme a strani tipi.



3 Commenti
Articolo del 30 Mar 2016 by Alfredo
by fausto_74 @ 30 Mar 2016 11:17 am
E chi siete? Si tanto famosi da poter dare anche i nomi ai luoghi!!! Bello lo spiazzo del ladrone! Bravi tutti. A presto
by ClemClem @ 30 Mar 2016 05:15 pm
Una rava decisamente interessante, da ripetere anche in mia presenza! Si potrebbe valutare il seguente anello: salita da qui al Monte Amaro e discesa per la Giumenta Bianca o viceversa. Bravo soprattutto al Presidente che ha scoperto il luogo...
by Marco @ 11 Apr 2016 08:57 am
Bella rava, frequentata da gente strana... smile
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