E così sono arrivato a 30, lo so non sono vecchio però dovrei iniziare
a mettere la testa a posto e pensare a cose più serie invece che fare
ancora casino con gli amici, andare in montagna e cenare sempre fuori.
Giusto, dovrò essere una persona seria, per questo motivo andrò a cena fuori con i miei amici casinari che vanno in montagna.
I partecipanti a questa serissima cena “diplomatica” sono: Vincenzo
(cominciamo bene!), Attilio (già meglio), Rossano (che chiov’!), Manlio
(freeect!), Massimo (bhè, va bene), Giuliano (noooo) e Giustino (ma che
t’ si m’bazzìt!). Poi, oltre ai “Camosci”,
sono presenti anche due miei
carissimi amici Cesare Ponente e Matteo Cornacchia.
Bisogna ordinare, cosa prendiamo? Per prima cosa il vino. Ordiniamo due
bottiglie di quello doc.
Mentre il cameriere si sta apprestando ad
andare a reperire la preziosa bevanda, Vincenzo lo ferma e gli dice:
“Facciamo 4 bottiglie!”.
Arriva l’antipasto della casa: una miriade di portate miste tra caldo e
freddo: affettati, formaggi, pallotte, agnello al sugo, ortaggi
ripieni, fagioli esplosivi etc.
Alla fine di questa ricca portata sono finite anche le scorte etiliche perciò, è d’obbligo riparare al problema.
Per non creparci gli intestini decidiamo di non prendere i primi e di passare direttamente alla carne, qui la fanno buonissima.
Arrivano dei vassoi colmi di tagliata di vitello…sto per svenire!
Nel frattempo altre bottiglie fanno il loro ingresso in campo…questa volta sono di gazzosa.
L’allegria aumenta in un crescendo di giochi pirotecnici che coinvolgono tutto l’ambiente…Giustino è il capobanda.
Per ingannare l’attesa del dolce finale, la direzione ci porta alcune
castagne arrostite a freddo mediante un processo chimico-nucleare
progettato e collaudato in questa ridente cittadina dell’entroterra
pescarese.
Arriva la torta: una bestia di 4Kg costituita da pasta sfoglia ricoperta di panna e bignè.
La dolce cameriera la posa intera sul tavolo per farci scattare la sacra foto di rito.
Diligentemente ci posizioniamo dietro il mastodontico dolce, ci
facciamo scattare la foto e a questo punto il cameriere (meglio la
cameriera) dovrebbe venire a ritirare la torta per tagliarla a fette
che dovrebbero essere mangiate da noi…niente di più sbagliato.
Il porco di Giustino afferra un bignè, lo asporta dalla bocca e ne fa
un sol boccone (che schifo!), Vincenzo, per non essere da meno, lo
segue a ruota ( o li primo è stato Vincenzo? Non ricordo!), dopo parte
Cesare, poi altre persone…
...alla fine la torta rimane senza bignè.
Il cameriere vorrebbe ritirare il mutilato dolce per affettarlo ma,
Giuliano gli abbaia e si fa portare dei piattini e delle forchettine:...
... “La torta la tagliamo noi!”
Il mastro in questo campo è Cesare il quale ha frequentato la scuola
alberghiera, il giovane teatino però, scappa fuori per rispondere al
telefono.
In sua sostituzione arriva Giustino il samurai: afferra i ferri e sferra una ferrata all’esanime torta mutilata.
Come un macellaio ignorante, inizia a tagliare gli irregolari tranci
che distribuisce stile muratore…si vedono schegge di dolce che volano
da destra a sinistra con schizzi di panna che intonacano il muro.
I pezzi di torta comunque, non superano il peso di 350 grammi e, se per
sbaglio a qualcuno capita una fetta leggermente più grande, lui la
ritaglia e con le sue delicate dita, l’afferra “gentilmente” e la porge
a chi ne ha di meno.
Cesare torna dalla su “faticosa” telefonata e nel suo piatto trova un
blocco di torta da ½ Kg…inizia a mangiare ma si deve arrendere alla
dolce immensità che ha davanti.
Matteo fa di tutto per finire il suo pezzo ma anche lui cede.
Attilio invece, non cerca nemmeno di sforzarsi, rinuncia senza indugio.
Per Vincenzo il problema non esiste anzi, il lingotto di torta è troppo piccolo.
Gli altri se la cavano senza subire molti danni.
Ora è il momento di caffè e degli amari…ordiniamo solo sette caffè e 15
amari…15 amari! Come 15 amari!? Se siamo solo 10 persone? (delle quali
solo 8 prendono l’amaro)
Usciamo dal ristorante euforici come bambini delle elementari dandoci appuntamento al prossimo incontro.
Ringrazio vivamente tutti i partecipanti (compresi Antonio e Mario) perché mi hanno regalato una splendida festa di compleanno.
Grazie Amici.