Tempo fa possedevo un libricino ove c’erano riportate le vie
alpinistiche tracciate sul Gran Sasso poi, l’ho prestato ad un caro
amico (compagno di tante follie di roccia e di ghiaccio) e di questo
libro ho perduto le tracce.
Prima della volatilizzazione dell’oggetto in questione avevo letto di
una via di IV che percorreva la cresta nord-est del corno piccolo.
L’idea di effettuare questa via vagava per le pianure sconfinate del
mio cervello per molto tempo quando una sera, una telefonata pone
termine al viaggio di questo pensiero.
Come un fulmine a ciel sereno, il furfante di Antonio, mi propone la proposta indecente.
Tradendo i miei amici (compreso mio fratello), che si erano organizzati
per effettuare un’escursione con il CAI, mi comporto anche io da
furfante e seguo il mariuolo farese.
Piano del Laghetto (4 Km da Prati di Tivo) ore 06:40 (1650m).
Come due contrabbandieri, io ed Antonio, ci avviamo in completa
solitudine a risalire gli sterminati prati in direzione della Madonnina.
Dalla bellissima sacra statuetta (2015m), percorriamo il sentiero Pier
Paolo Ventricini per circa 200m. Successivamente risaliamo per ripidi
prati il primo tratto di cresta fino ad arrivare all’attacco della via.
Soffia un fastidioso venticello fresco che mi mette in difficoltà… non riesco a trovare la posizione esatta per fare pipì.
Apriamo gli zaini e tiriamo fuori ferraglia di ogni genere: rinvii, moschettoni, dadi, friends, martelli, chiodi etc.
Ci bardiamo come gladiatori (se eravamo donne…gladiamucche (il Barone
Rosso mi ha contagiato!)) all’interno dell’arena prima della battaglia
contro i famelici leoni e partiamo.
Ore 08:30, inizio ad
arrampicare lungo un camino verticale ben appigliato (IV), cerco una
fessura, uno spuntone o qualcos’altro che mi permetta di mettere una
protezione. Alzo lo sguardo e, sulla sinistra, ecco un bellissimo
chiodo conficcato con maestria dentro il quale non esito ad infilare il
mio caro amico rinvio.
Proseguo così fino ad arrivare ad un passaggio, non particolarmente
difficile ma, stretto e fastidioso: mi infilo nello stretto camino e,
col metodo incastro e scastro, esco fuori e cosa trovo?
Una fantastica fettuccia infilata dentro tre spit. Come sono felice!
Senza indugio utilizzo la sosta e recupero il venditore di biglietti
della lotteria di S.Antonio (mi raccomando l’ultima domenica di luglio
tutti a Fara Filiorum Petri)...
... che viene su come un grillo.
Secondo tiro: un diedro-camino (IV-) che proteggo con un friend ed un paio di cordini.
Anche all’uscita di questo la sosta è attrezzata.
Bisogna proseguire però, i primi due metri sono strapiombanti…che
facciamo? Semplice, basta aggirare (che forse è proprio la via è
esatta).
In falesia ci avrei anche provato ma qui non mi conviene
poi, quei vaghi ricordi della relazione letta sul quel famoso libretto,
non riportava tali difficoltà.
Traversiamo sulla sinistra su una
placca esposta sul rifugio “Franchetti”, per fortuna un fessurone
orizzontale aspetta a bocca aperta l’inserimento di un bel friend. Io
non voglio tradire la sua attesa e glielo metto in bocca come per
soffocarlo.
Poi un trattino di III ci porta su una enorme e
panoramicissima cengia dove, stranamente, possiamo, ma solo per poco
tempo, bere un sorso d’acqua.
Siamo fuori dalle difficoltà
maggiori, non ci resta solo che percorrere l’aerea cresta di roccia
compatta (sempre con le antenne dritte).
Purtroppo la mia macchina
fotografica si è dimenticata di fare colazione e non ha energie per
immortalare i passaggi più belli però, il caro buon farese, ha con se
il suo mini bazooka che saltuariamente spara delle bombe infuocate.
Proseguiamo in conserva su difficoltà intorno al II, talvolta di III.
Effettuiamo un’altra rara sosta ristoratrice ed ecco il telefono di Antonio che squilla:
- “Pronto”
- “Ma da li, vedete il rifugio Franchetti?”
- “Si”
- “Allora siete voi quei due che stanno sulla cresta!”
- “Si” (Antonio è sempre di poche parole)
In pratica è mio fratello che si trova al rifugio che, fra un banco di
nebbia e l’altro, è riuscito a scorgere due sagome lungo la cresta.
Adesso basta con le chiacchiere, proseguiamo a testa bassa (Mr. Fara
seguita a scattare fotografie ai fiori), superiamo le facili placche
finali, ecco,...
... si vede la croce, siamo vicini.
Alle 11:00 giungiamo in cima al Corno Piccolo (2655).
Incontriamo tre ragazzi di Pescara (che strano vedere abruzzesi su
questa vetta abruzzese, normalmente vengono dalle Marche o dal Lazio!)
che ci scattano…
… questa foto.
Si riparte, sono le 11:30, scendiamo per la via normale insolitamente
deserta, di solito sembra di stare al mercato di Cepagatti!
Ore
12:30, sella dei due corni. E’ presto per tornare a casa, per
concludere in bellezza la giornata decidiamo di salire anche sulla
vetta occidentale del Corno Grande.
Di gran carriera ci dirigiamo
verso il “passo del cannone”, lo superiamo agevolmente, poi risaliamo a
mo’ di ghepardo le ripide ghiaie della, ormai rovinatissima, via
normale della vetta occidentale.
A metà salita incontriamo due
“Camosci” che scendono: sono mio fratello e l’amico Mario Silipo i
quali sono stati ad affiggere una targa in cima durante un’uscita
intersezionale organizzata dal CAI.
Scambiamo quattro chiacchiere e via di corsa verso l’altezza massima dell’appennino.
Giungiamo in vetta (2912m) alle 13:15 ma alle 13:20 si riparte, non
siamo in vena di subire la confusione che c’è quassù, manca solo il
camioncino con la porchetta! (questo è il mercato di Cepagatti!)
Un
banco di nebbia offusca temporaneamente la visuale tanto che non
imbrocchiamo subito la via normale, percorriamo un trattino della
cresta.
Ci reimmettiamo immediatamente sul sentiero ed in poco tempo raggiungiamo il rifugio Franchetti (ore 14:15).
Un sorso d’acqua, un saluto ad amici e di nuovo a scendere nella valle.
Ci sono molte cornacchie, non per niente si chiama “vallone delle
cornacchie”. Alcune persone che abbiamo incontrato la hanno scambiate
per aquile.
Alle 15:45 torniamo finalmente al furgone. Siamo in
perfetto orario per tornare a casa, sederci davanti alla tv e tifare
per l’ITALIA che affronterà la Francia nella finale della coppa del
mondo.
(Già so il risultato perché questo racconto l’ho scritto dopo)
Bella uscita, suddivisa in due parti: quella alpinistica e quella escursionistica.
Ciao a tutti quanti.
Un saluto particolare al nostro caro segretario Stefano che non
sentiamo da tanto tempo. Lo avviso che a breve (forse questa settimana)
andremo a magnare. Tieniti pronto.
Forza Azzurri!!!!!!!!!!