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09-07-2006 Corno Piccolo (2665) e Corno Grande (2912)
Tempo fa possedevo un libricino ove c’erano riportate le vie alpinistiche tracciate sul Gran Sasso poi, l’ho prestato ad un caro amico (compagno di tante follie di roccia e di ghiaccio) e di questo libro ho perduto le tracce.
Prima della volatilizzazione dell’oggetto in questione avevo letto di una via di IV che percorreva la cresta nord-est del corno piccolo.
L’idea di effettuare questa via vagava per le pianure sconfinate del mio cervello per molto tempo quando una sera, una telefonata pone termine al viaggio di questo pensiero.
Come un fulmine a ciel sereno, il furfante di Antonio, mi propone la proposta indecente.
Tradendo i miei amici (compreso mio fratello), che si erano organizzati per effettuare un’escursione con il CAI, mi comporto anche io da furfante e seguo il mariuolo farese.
Piano del Laghetto (4 Km da Prati di Tivo) ore 06:40 (1650m).
Come due contrabbandieri, io ed Antonio, ci avviamo in completa solitudine a risalire gli sterminati prati in direzione della Madonnina.
Dalla bellissima sacra statuetta (2015m), percorriamo il sentiero Pier Paolo Ventricini per circa 200m. Successivamente risaliamo per ripidi prati il primo tratto di cresta fino ad arrivare all’attacco della via.
Soffia un fastidioso venticello fresco che mi mette in difficoltà… non riesco a trovare la posizione esatta per fare pipì.
Apriamo gli zaini e tiriamo fuori ferraglia di ogni genere: rinvii, moschettoni, dadi, friends, martelli, chiodi etc.
Ci bardiamo come gladiatori (se eravamo donne…gladiamucche (il Barone Rosso mi ha contagiato!)) all’interno dell’arena prima della battaglia contro i famelici leoni e partiamo.
Ore 08:30, inizio ad arrampicare lungo un camino verticale ben appigliato (IV), cerco una fessura, uno spuntone o qualcos’altro che mi permetta di mettere una protezione. Alzo lo sguardo e, sulla sinistra, ecco un bellissimo chiodo conficcato con maestria dentro il quale non esito ad infilare il mio caro amico rinvio.


Proseguo così fino ad arrivare ad un passaggio, non particolarmente difficile ma, stretto e fastidioso: mi infilo nello stretto camino e, col metodo incastro e scastro, esco fuori e cosa trovo?


Una fantastica fettuccia infilata dentro tre spit. Come sono felice!
Senza indugio utilizzo la sosta e recupero il venditore di biglietti della lotteria di S.Antonio (mi raccomando l’ultima domenica di luglio tutti a Fara Filiorum Petri)...


... che viene su come un grillo.
Secondo tiro: un diedro-camino (IV-) che proteggo con un friend ed un paio di cordini.


Anche all’uscita di questo la sosta è attrezzata.
Bisogna proseguire però, i primi due metri sono strapiombanti…che facciamo? Semplice, basta aggirare (che forse è proprio la via è esatta).
In falesia ci avrei anche provato ma qui non mi conviene poi, quei vaghi ricordi della relazione letta sul quel famoso libretto, non riportava tali difficoltà.
Traversiamo sulla sinistra su una placca esposta sul rifugio “Franchetti”, per fortuna un fessurone orizzontale aspetta a bocca aperta l’inserimento di un bel friend. Io non voglio tradire la sua attesa e glielo metto in bocca come per soffocarlo.
Poi un trattino di III ci porta su una enorme e panoramicissima cengia dove, stranamente, possiamo, ma solo per poco tempo, bere un sorso d’acqua.
Siamo fuori dalle difficoltà maggiori, non ci resta solo che percorrere l’aerea cresta di roccia compatta (sempre con le antenne dritte).
Purtroppo la mia macchina fotografica si è dimenticata di fare colazione e non ha energie per immortalare i passaggi più belli però, il caro buon farese, ha con se il suo mini bazooka che saltuariamente spara delle bombe infuocate.


Proseguiamo in conserva su difficoltà intorno al II, talvolta di III.
Effettuiamo un’altra rara sosta ristoratrice ed ecco il telefono di Antonio che squilla:
-    “Pronto”
-    “Ma da li, vedete il rifugio Franchetti?”
-    “Si”
-    “Allora siete voi quei due che stanno sulla cresta!”
-    “Si” (Antonio è sempre di poche parole)


In pratica è mio fratello che si trova al rifugio che, fra un banco di nebbia e l’altro, è riuscito a scorgere due sagome lungo la cresta.
Adesso basta con le chiacchiere, proseguiamo a testa bassa (Mr. Fara seguita a scattare fotografie ai fiori), superiamo le facili placche finali, ecco,...


... si vede la croce, siamo vicini.
Alle 11:00 giungiamo in cima al Corno Piccolo (2655).
Incontriamo tre ragazzi di Pescara (che strano vedere abruzzesi su questa vetta abruzzese, normalmente vengono dalle Marche o dal Lazio!) che ci scattano…


… questa foto.
Si riparte, sono le 11:30, scendiamo per la via normale insolitamente deserta, di solito sembra di stare al mercato di Cepagatti!
Ore 12:30, sella dei due corni. E’ presto per tornare a casa, per concludere in bellezza la giornata decidiamo di salire anche sulla vetta occidentale del Corno Grande.
Di gran carriera ci dirigiamo verso il “passo del cannone”, lo superiamo agevolmente, poi risaliamo a mo’ di ghepardo le ripide ghiaie della, ormai rovinatissima, via normale della vetta occidentale.
A metà salita incontriamo due “Camosci” che scendono: sono mio fratello e l’amico Mario Silipo i quali sono stati ad affiggere una targa in cima durante un’uscita intersezionale organizzata dal CAI.
Scambiamo quattro chiacchiere e via di corsa verso l’altezza massima dell’appennino.


Giungiamo in vetta (2912m) alle 13:15 ma alle 13:20 si riparte, non siamo in vena di subire la confusione che c’è quassù, manca solo il camioncino con la porchetta! (questo è il mercato di Cepagatti!)
Un banco di nebbia offusca temporaneamente la visuale tanto che non imbrocchiamo subito la via normale, percorriamo un trattino della cresta.
Ci reimmettiamo immediatamente sul sentiero ed in poco tempo raggiungiamo il rifugio Franchetti (ore 14:15).


Un sorso d’acqua, un saluto ad amici e di nuovo a scendere nella valle.
Ci sono molte cornacchie, non per niente si chiama “vallone delle cornacchie”. Alcune persone che abbiamo incontrato la hanno scambiate per aquile.
Alle 15:45 torniamo finalmente al furgone. Siamo in perfetto orario per tornare a casa, sederci davanti alla tv e tifare per l’ITALIA che affronterà la Francia nella finale della coppa del mondo.
(Già so il risultato perché questo racconto l’ho scritto dopo)


Bella uscita, suddivisa in due parti: quella alpinistica e quella escursionistica.
Ciao a tutti quanti.
Un saluto particolare al nostro caro segretario Stefano che non sentiamo da tanto tempo. Lo avviso che a breve (forse questa settimana) andremo a magnare. Tieniti pronto.
Forza Azzurri!!!!!!!!!!









2 Commenti
Articolo del 12 Jul 2006 by Alfredo
by ronin @ 13 Jul 2006 08:57 am
mi permetto di obiettare sulla similitudine con il mercato di Cepagatti: da noi la domenica, al mercato, c'è mena gente!!!!!!!! laughing
by Marco @ 13 Jul 2006 05:58 pm
Ma che bella via avete fatto!
Dal Franchetti ho riconosciuto Antonio grazie alla sua sgargiante maglia rossa, ancora un pò e si comprerà le calzette L&R laughing

N.B.: Per la cronaca l'Italia è CAMPIONE DEL MONDO!!!! Poropò....... smile smile smile smile smile smile smile
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