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28-08-2005 Alla ricerca della grotta dei faggi
28-08-05 GROTTA X?

Era una nuvolosa domenica di fine agosto, i nostri animi non erano molto allegri per via della fallita vetta del Bernina.
Io e mio fratello Marco avevamo intenzione di salire sulla vetta orientale del Corno Grande lungo la via Jannetta ma, il tempo non permetteva. Al nostro grande amico di Fara, il sig. Antonio Di Fulvio, è venuta in mente l’idea più assurda della sua vita: raggiungere la Grotta dei Faggi da Pennapiedimonte.
“PARECCHIE ORE PRIMA DEL SORGERE DEL SOLE” abbiamo iniziato a camminare dal Balzolo lungo la mulattiera.
Poco prima di raggiungere il Linaro, siamo scesi sulla destra, per un’evidente traccia fino all’Avello. Lo abbiamo attraversato e abbiamo proseguito in salita dall’altro lato della valle.
Questa traccia-sentiero, se seguita fino alla fine, porta presso Valle Cupa ma, “IL SIMPATICO FARESE”, munito di alcuni SACCHI DI CONCIME tagliati a strisce ed arrotolati, è andato fuori pista e dicendo con fare spavaldo: “venite, ora segniamo il sentiero che ci condurrà alla Grotta dei Faggi”.
Noi non vedevamo alcun sentiero, solo alcune tracce fatte forse dai cinghiali. Lo abbiamo seguito ugualmente perché c’era già stato (ma quando).
Abbiamo iniziato a salire lungo un canale nel bosco ripidissimo, pieno di rami secchi, foglie scivolose, terra che franava e pieno di zanzare killer.
Per avanzare, dovevamo afferrare gli alberi avanti a noi e tirarci a forza di braccia in quanto la terra sotto i nostri piedi crollava come un castello di sabbia.
Il “SAGGIO” Antonio, sempre tranquillo e sicuro, legava quelle striscioline di plastica bincazzurre ai rami per segnare la “retta via”.
Dopo ore ed ore a girovagare, sbagliare via, tornare indietro, sciogliere le bande, risegnalare e perderci nei boschi più profondi del Feudo Ugni, usciamo allo scoperto su un ripido prato sopra le verticali pareti della valle dell’Avello.
Siamo scesi lungo il prato, abbiamo aggirato dei tratti rocciosi e, circa 50m sopra di noi, abbiamo visto La Madonna. C’era un enorme buco sotto una parete che sembrava chiamarci. Antonio ha detto: “è lei”.
Ci sono tornate le forze e ci siamo precipitati, superando facili passaggi di roccia, verso la caverna.
Arrivati a destinazione, ci siamo accorti che il foro non proseguiva; “ma vaff..”, non era la grotta che cercavamo ma solo un androne di cavolo in una parete sperduta in un luogo non definito della montagna.
Dopo un panino mangiato con voracità (una fame!), avevamo le allucinazioni e siamo riscesi fino a toccare il prato quando il nostro esperto compagno di avventure ,non so perché, si volta e avvista un altro cavolo di buco sulla parete. Lascia lo zaino e si avvia per raggiungerlo. Bisogna oltrepassare prima una zona infrattata, poi salire lungo una corda fissa (chi l’aveva messa?).
Abbiamo raggiunto tutti e tre la grotta e ci siamo accorti che anche questa non era lei però, si inoltrava all’interno della montagna in maniera interessante. Accese le torce e via dentro. Si potevano osservare parecchie concrezioni di varie forme. Non abbiamo proseguito per via, sia delle nostre scarse illuminazioni sia a causa del tempo che non prometteva niente di buono.

Siamo tornati indietro, facendo franare letteralmente la terra sotto il bosco, seguendo i provvidenziali segnali messi dal vecchio saggio all’andata (ci saremmo sicuramente persi nei meandri della selva oscura).

Appena giunti di nuovo sulla mulattiera, è iniziato a piovere (che culo!).
Cantando sotto la pioggia siamo tornati pian pianino al Balzolo dove una birra alla spina aspettava le gole arse dei miei due amici. Peccato che il bar non era fornito di spina.
Abbiamo scalato diverse vette di 4000m: M.Rosa, G.Paradiso, M.Bianco etc. Se uniamo tutte queste cime, non mi sono stancato come oggi; neanche i camosci ci sono venuti a fare visita oggi.
Il vice presidente ha detto che avremmo dovuto tornarci per ritrovare la vera grotta. L’importante è crederci.

Lo stremato Alfredo Zuccarini. 
1 Commenti
Articolo del 11 Feb 2006 by Alfredo
by ronin @ 13 Feb 2006 07:27 pm
solo conoscendo di persona il saggio Antonio e il letterato Alfredo si può apprezzare questo racconto.
valentino
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