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28-07-2021 Ferrata Tridentina al Pisciadù
Sono le 06:00 e siamo nel piazzale dove si parcheggia l'auto per partire alla volta della mitica ferrata Tridentina. Mi sembra il parcheggio di Megalò per quanto è grande!


La giornata dovrebbe essere bella fino al primo pomeriggio, quindi non perdiamo tempo.


Dopo un breve tratto di sentiero, troviamo la targa della ferrata e scopriamo che è stata aperta dal CAI di Bologna. Complimenti.


Il sole non è ancora pienamente uscito ed i primi tratti di cavo sono fracichi (bagnati in maniera considerevole) a causa della pioggia di ieri.



Superata la prima parte della ferrata si vede il famosissimo ponte sotto la Torre Exner (aguzzate la vista).



Fin qui non ci sono passaggi particolarmente difficili, ma il bello verrà più avanti.


Da bravi artisti, fotografiamo le nostre ombre



Eccoci alla cascata del Pisciadù, bella carica d'acqua.


La ferrata aggira la cascata (mi sembra giusto) e si fa più esposta.


Anche oggi qualche posa ce la spariamo.


Siamo proprio sotto la Torre Exner e piano piano dobbiamo risalirla.


Superiamo un bivio dove è possibile lasciare la ferrata e proseguire su sentiero verso il rifugio. Affrontiamo qualche passaggio atletico



ed eccoci al ponticello, presente su innumerevoli libri e relazioni.
Forse c'è più ferro su questo ponte che in tutta la via



La ferrata termina qui, ed un comodo sentiero ci conduce al Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù (2587 m - ore 08:30).


Finalmente vediamo qualche persona, finora siamo stati in solitudine.


Dopo una breve sosta, ripartiamo verso la cima. Scendiamo al laghetto del Pisciadù, senza farci il bagno, e saliamo dall'altra parte.



Il sentiero presenta delle parti attrezzate, utili più che altro in caso di roccia bagnata.


Al bivio per il Piz Boè, incontriamo un bel gruppone di giovani. Noi siamo gli unici a girare verso il Pisciadù.


Questa parte non è comodissima, superiamo scomodi gradoni in mezzo alla vreccia (ghiaia).


Ogni tanto si vede la lontana croce di vetta che ti invoglia a salire o ti demoralizza, a seconda dei punti di vista.
A noi mette voglia, anche perchè abbiamo sete e voglia di fare il bergheil


Il panorama, manco a dirlo, è eccezionale!



Si vedono tante montagne, molte non le conosco o riconosco, altre sì, come il Piz Boè o gli altopiani del Sella.



Alle 09:45 siamo sul Pisciadù (2985 m)!


Lì vicino c'è un'altissima antenna che forse è in comunicazione con quelle che stanno sul Pomilio, chissà...


Prima di scendere, ci facciamo il tanto sospirato e meritato bergheil.



Fino al rifugio, ripercorriamo a ritroso il sentiero di salita, facendo attenzione ai gradoni con la vreccia.




Giunti al rifugio, ci facciamo il bergheil numero due. Ho scelto di non inserire le foto dei bicchieri, altrimenti ci sarebbero più immagini di tazze che di montagna.


Per la discesa optiamo per la classica Val Setus, una via abbastanza scomoda, con dei tratti attrezzati (umidi) e passaggi su neve.


Nonostante tutto, incontriamo gente di tutti i tipi: con le scarpe da tennis, con la corda ma senza casco e imbracatura, famiglie con bambini...


Siamo gli unici, o quasi, a percorrere la via con la normale attrezzatura da ferrata.




Alle 13:15 siamo di nuovo alla macchina dove possiamo vedere il percorso fatto su un cartellone.
Che dire, la Tridentina abbinata alla salita in cima da' grande soddisfazione.


La giornata è ancora bella e ne approfittiamo per visitare, dal basso, le cascate del Pisciadù.


Vi lascio con una foto simbolo di questa gita, sullo sfondo la cascata d'acqua del Pisciadù ed in primo piano una cascata di montepulciano!



Viva la montagna e chi la rispetta!


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Articolo del 01 Dec 2021 by Marco
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