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08-11-2020 Gole di Celano e Monte Tino
L'appuntamento è in località "Le Foci" (750 m) a Celano, nell'ampio spiazzo dove finisce la strada, proprio di fronte alle gole.
Siamo in quattro: io, Fabrizio, Valerio ed il loro amico Alessio. Ci salutiamo (con il gomito... ) ed alle 08:30 partiamo!


Seguiamo il sentiero n°12 che subito entra dentro le gole.
Alla prima strettoia indossiamo il casco.


Tutte le persone che fanno questo percorso tornano entusiaste. In effetti è un posto bello e affascinante.


Da notare che, mentre noi indossiamo la maglia (io anche i guanti), Fabrizio è tranquillamente in maniche corte. Un uomo d'altri tempi!


Incontriamo un bivio, dove un cartello indica a destra la fonte degli innamorati e la scritta su un albero indica dritto per Ovindoli. Giramo e destra ed in breve raggiungiamo la fonte (1030 m - ore 09:55).
La croce metallica è stata portata lì da un prete e dai suoi chierichetti.


Visto il periodo, non c'è molta acqua.


Torniamo indietro al bivio e procediamo verso Ovindoli.
Il sentiero si impenna nel bosco, d'altronde finora abbiamo fatto meno di 300 metri di dislivello.


Incontriamo un altro cartello con una deviazione per il Monastero di San Marco alle Foci (1160 m). Ovviamente andiamo a visitarlo.


Troviamo i resti di un monastero celestiniano del XII secolo, riscoperto grazie al lavoro del CAI di Celano.


Torniamo indietro al bivio e continuiamo la salita.


I segnali sono evidenti ma a volte sembrano sparire, forse coperti dalle foglie. Comunque, con un po' di attenzione, sbuchiamo nella Valle D'Arano.


Camminiamo lungo la lunga sterrata fino ai maneggi (ore 12:25) e facciamo la pausa pranzo.


Dopo una mezz'oretta di relax, è ora di inviduare la via migliore per salire sulla Serra di Celano. Pensiamo di percorrere la cresta, ma un fosso ci costringere a scendere sul fondo della valle per poi risalire dolcemente fino ad incrociare la via normale che parte da Ovindoli.



Sulla sella dei Curti si scopre la Majella (che per me è sempre la più bella!).


Un ultimo strappo in salita ci porta in cresta, dove si scopre la piana del Fucino.


Alle 14:50 siamo sul Monte Tino (1923 m).


Ci vuole un'altra pausa per un altro panino e per gustare il bel panorama.



Scendiamo dalla via normale che sale dalla Chiestta degli Alpini. L'unica incognita che abbiamo è quella di trovare un sentiero che ci riporta alla macchina. Esisterà un collegamento?



Certo che esiste. Secondo le indicazioni di un amico di Fabrizio, bisogna prendere una strada sterrata vicino ad una baracca situata a sinistra della chiesetta, nel senso di discesa. Questa sterrata si trasfoma in una traccia che, sempre in discesa (ed in obliquo), porta dritto dritto all'ingresso delle gole (20 minuti dalla baracca).


Alle 17:10 chiudiamo il lungo anello. Una genziana è il modo migliore di salutarsi!




Saluti e salute a tutti!




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Articolo del 22 Nov 2020 by Marco
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