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22-09-2018 Lamettadomo
La nostra avventura parte dal Bar di Pennadomo, dove dalla finestra del bagno, osserviamo le lame di roccia che spuntano dagli alberi ed insieme al barista cerchiamo di capire qual'è quella che abbiamo in mente di esplorare. Dopo il caffè, alle 09:30 partiamo alla ricerca della lama perduta. Seguiamo le indicazioni per le pareti di arrampicata chiamate "Resegonest".



Arrivati alle pareti proseguiamo per fratte ed anfratti seguendo degli sporadici ometti.



Alle 10:35 siamo all'attacco della via "Lamettadomo". Il nome deriva probabilmente dalla fusione di due termini: lametta da barba + Pennadomo. Poi capiremo che mai nome fu più azzeccato. Oggi formiamo la squadra PYT (Puzzola, Yeti, Trombetta) e come da tradizione la Puzzola parte da primo.


Cominciamo con un IV grado abbastanza instabile e friabile, come d'altronde tutta la via...


Da subito ci rendiamo conto che le vertigini è meglio lasciarle a casa.


Procediamo tenendoci alla destra del filo di cresta.


Anche se la quota non è elevata, l'ambiente è mozzafiato.




Eccoci al passaggio tecnicamente più difficile, una spaccatura di roccia di V grado. Paradossalmente si rivela essere abbastanza agevole, forse perchè è ben appigliato e non si avverte troppo la sensazione di vuoto (almeno rispetto al resto della via).



L'uscita della spaccatura si affronta con una spaccata che fa divenire la voce molto acuta




Dall'alto vediamo il lago di Bomba ed altre lame di roccia.



Ora raggiungiamo lo stretto stretto stretto stretto filo di cresta.


Sembra di essere all'Expò di Milano, ma non per le bancarelle, semplicemente per l'esposizione davvero notevole.



Lo Yeti si mette a cavallo della cresta, come se fosse su una vespetta, e mi recupera.


La squadra PYT al completo!


Da qui riconosciamo la finestrella del bar di stamattina.



Arriviamo alla sosta finale dove c'è un anello per la calata in doppia.


In realtà non sappiamo se questa sia davvero la fine della via. La Puzzola prosegue ancora lungo la cresta fino a quando la fitta vegetazione e la mancanza di tracce umane non lo convincono a tornare indietro. Alle 13:50 scendiamo in corda doppia in mezzo agli alberi... speriamo bene!




Dopo una bella discesa di circa 50 metri, tocchiamo il fondo della valle ed "a orecchio" riprendiamo più o meno il sentiero dell'andata. Bisogna fare i complimenti a chi ha aperto questa bellissima via, nonostante la fragilità della roccia è spittata davvero bene!


Alle 15:15 siamo alla macchina ed un solo pensiero attanaglia i nostri cervelli...



Viva la montagna e chi la rispetta!



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Articolo del 08 Nov 2018 by Marco
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