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04-08-2018 Via Jannetta Bonacossa alla Prima Spalla
Ore 06:45, parcheggio di Cima Alta.
Dopo una nottata di pioggia, i bagnati prati che contornano il Corno Piccolo, sembrano dirci: “Tornate a casa che è meglio!”
Come degli asciuga capelli umani, cerchiamo con tutte le nostre forze di spazzare via le nuvole che sembrano fissate col silicone ma non otteniamo risultato.

Ore 06:55, persa ormai ogni speranza di scalata, iniziamo l’avvicinamento verso l'ignoto pensando già ad un piano B.
Tutte le previsioni: regionali, interregionali, nazionali ed internazionali, hanno detto che a Prati di Tivo il tempo va in miglioramento ma con piogge nel primo pomeriggio…niente di più azzeccato!

Pian piano le nuvole si diradano dando spazio all’azzurro cielo sopra il Gran Sasso. Forse, forse, qualcosa riusciamo a fare!

Percorrendo il sentiero Ventricini, ci avviciniamo al canale Bonacossa (quello che divide la prima dalla seconda spalla nel versante nord).


Sotto al canale, preferiamo imbragarci ora che siamo comodi.

Risaliamo questo canale con molta attenzione a non far cadere i sassi.

Semplici salti di II...anche qualcosa di più.

Poco prima della forcella, lo Yeti della Majella, segnala meglio il percorso in quanto c’è un punto in cui ci si potrebbe confondere.

Eccoci alla Forcella Bonacossa.

La nebbia ci impedisce di ritrovare subito l’attacco ma alla fine ci riusciamo.
La roccia è asciutta e subito ci leghiamo mettendoci pronti per partire.
Abbiamo due mezze corde: una gialla ed una rosa, vino bianco e vino rosato, Trebbiano e Cerasuolo.

Si comincia con una esposta ma semplice rampetta che ci porta alla base del camino da salire.


Poi viene Trebbiano e subito dopo Cerasuolo…io sono il cantiniere.

Eccoci sotto al camino.

Inizialmente è un po’ stretto e scomodo ma, con la pazienza di un vecchio saggio buddista che aspetta il compiere dei suoi giorni sopra un masso posto in cima ad una montagna di 4000000 di cm, riusciamo a superarlo agevolmente.

Sia aggira sulla sinistra un grosso masso incastrato uscendo fuori dal canale (IV) e ci si riporta sopra.
Nei pressi dovrei fare una sosta ma non ne ho voglia e decido di proseguire fino alla fine in un posto più comodo.

Il problema è che però mi devo ritirare prima 60m di Cerasuolo e poi 60 di Trebbiano!
Che fatica andare in montagna!

Ora siamo ad una comoda e nebbiosa sosta.

Cerasulo e Trebbiano che aspettano tranquillamente la partenza del tiro successivo.

Proseguiamo in maniera discensionale e poi  “orizzontobliquamentale” verso sinistra, prima per un canalino e poi lungo una cengia espostissima e liscissima.

C’è da dire che chi soffre di stitichezza se passa di qui trova la cura ideale!

Dopo uno spacco caminato (cioè a forma di camino) praticamente nel nulla, si riprende a salire fino ad un roccione.



Ora qui ci sono due possibilità: o seguire la via normale o percorrere la variante Shanzer Bolatti (ma quella l’abbiamo già passata). Scegliamo la numero 3, la variante Montepulciano d’Abruzzo.



Lungo lisce ma non troppo ripide placche, saliamo dolcemente di conserva.


Anche la roccia ci si presenta con delle forme strane.
Purtroppo un cartello di fronte a noi ci dice che i cani non possono transitare.
Lego loro col guinzaglio ad un anello e vado avanti.

Ma secondo voi un bravo cantiniere può mai abbandonare due damigiane?

Lasciamo gli zaini sulla Prima Spalla (ore 12:00) e continuiamo per la vetta.

Ore 12:10 siamo sul Corno Piccolo.
Il panorama è quello della settimana scorsa, nebbia e nuvole.
Pochissimi minuti di sosta e si torna alla Prima Spalla.
Ma cosa si cela sotto le rocce?

Wow! Della birra e della genziana! Ma chi sarà mai quel benefattore che ha lasciato questa roba qui per noi? Che puzza cambà 160 anni!
Lo so che in montagna non bisogna abusare di alcool, ma che fai, non te lo bevi? Lo hanno portato per noi!

Salute!
Le nuvole sembrano lasciare un varco ed i nostri sguardi si dirigono verso il Camino di Mezzo…dai andiamo prima che si copra di nuovo!
Andiamo anche perchè se torna il proprietario delle birre ci trita!
Alle ore 12:50, riprendiamo la discesa.

Perdiamo rapidamente quota in direzione nord, puntando al canale sopra citato.
Le previsioni hanno messo pioggia alle 15:00, se noi riusciamo a raggiungere la “terra ferma” prima di quell’ora, siamo a cavallo.
Non so se facciamo bene, ma ci spariamo subito tre doppie.


La prima è assolata.


La seconda un po’ meno.


La terza è bagnata.
Ma guarda a sto disgraziato di tempo! Sono le 14:00 mica le 15:00!

D’altronde le previsioni possono scrivere ciò che vogliono, mica comandano loro! Per fortuna la pioggia dura meno di 10 minuti!
Siamo al masso incastrato sotto al Camino di Mezzo. Sopra di questo hanno attrezzato un cavo metallico che conduce ai prati laterali.
Raggiungere subito le ripide erbe alpine dell’appennino centrale, ci sembra poco intelligente in queste condizioni di scivolosità, indi per cui la quale, partiamo con un'altra doppia fin dove finisce.
Alle 13:40 raggiungiamo il sentiero Ventricini.

Ora, camminando senza pioggia, ci asciughiamo e ci avviciniamo placidamente al parcheggio.
Alle 14:40 siamo di nuovo alla macchina  pronti per un meritato integratore.

Giornata riuscitissima contro tutte le previsioni...anche quelle del tempo.


DAI GAS!


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Articolo del 29 Aug 2018 by Alfredo
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