Da poco anche su facebook...cercateci!



Visite:


05-11-2006 Monte Marcolano (1940m)
Dopo "anni e anni" di assenza, torna con i “Camosci d’Abruzzo”, il mitico, il leggendario, l’incommensurabile, l’inesorabile, l’irresponsabile, il fantasmagorico...


... Giuliano Di Marzio.
Per me è stata una grande emozione andare in montagna con lui, l’uomo che mi ha trasmesso la passione per le cime, colui che mi ha insegnato la stragrande maggioranza dei sentieri della Majella e del Gran Sasso, il signore che mi ha insegnato l’arte dello sci da fondo (si vede!).
Certo, durante l’anno ha partecipato ad altre escursioni ma questa è la prima con noi.
Oltre a Giuliano partecipano anche il coccia secca di Massimo Sammartino, lo schizofrenico di Giustino, Marco “rombo di tuono” ed io.
Ore 08:37


Dal rifugio del Diavolo (presso Passo del Diavolo, circa 1400m) percorriamo una strada sterrata che s’inoltra nell’entroterra…fa freddo, fa molto freddo.
Porca miseria, le previsioni del tempo avevano dato bel tempo su tutto l’Abruzzo, noi abbiamo beccato l’unico punto brutto della regione…il P.N.A.M.L. (Parco nazionale d’Abruzzo, Molise e Lazio).
Incontriamo una sbarra chiusa con un lucchetto,


li vicino una tabella dei sentieri ci illustra la via da seguire.
Seguiamo il segnavia “t4”…cosa significa? Non ci capisco niente con i segnali del parco, comunque, questa zona si chiama “la Cicerana”.
Il sentiero entra nel bosco, poi esce ed incontriamo un bivio, prendiamo il ramo di destra e andiamo avanti. Poco dopo incontriamo macchie di neve, queste diventano più estese con il procedere dell’escursione.
L’ambiente è proprio bello: alberi secolari secchi, foglie morte per terra, temperatura bassa, vento freddo e visibilità scarsa…menomale che l’ambiente è bello!
La nostra destinazione è il Monte Marcolano, questa meta è stata scelta sicuramente in onore delle caratteristiche di mio fratello, infatti, il faccia gialla del neo ingegnere, orgoglioso di questo fatto, ha dato sfogo a tutta la sua allegria.
Ad un secondo bivio prendiamo di nuovo il ramo di destra (t4) e ci inoltriamo di nuovo nel bosco.


I rami sono bianchi, per terra è bianco e le rocce sono bianche, è proprio uno spettacolo!


Usciamo in una radura (Camposecco) dove possiamo osservare le bianche vette circondate dalle nuvole…la nostra cima non si vede ancora, è ancora nascosta.


Da qui raggiungiamo una sella che si trova lungo la cresta…finalmente, si vede un po’ di panorama!
Ci dirigiamo verso est fra sassi, erba, neve e ghiaccio, poco più avanti, la cresta si biforca…dove andiamo?
Il saggio Giuliano, che sul Marcolano c’era già stato, prende il ramo destro.
La situazione si complica: il vento aumenta, il freddo anche, la visibilità si azzera e, per di più, inizia a nevicare…e che cavolo!
Alle 11:10 siamo sul Monte Marcol…cosa? Su un sasso c’è scritto Monte Macchia Pietrosa (1955m).
Abbiamo toppato, per andare sul Marcolano dovevamo prendere la cresta di sinistra, vabbè, è comunque una vetta!


Ci facciamo un autoscatto e torniamo indietro.


Arrivati al bivio, percorriamo l’altra fredda cresta e, alle 11:37 siamo sul vero Monte Marcolano (1940m).


La foto di vetta è d’obbligo. Giustino combina un macello per formare una struttura di sassi dove poter posizionare la sua macchina fotografica modello bazooka.
Anche su questa cima il vento freddo ci manda via…oggi non ci vuole nessuno!
Col sorriso stampato sui nostri volti (in realtà, il vento ci ha paralizzato la faccia!) torniamo sulla sella dove si incrocia il sentiero per Camposecco.
Prima ho lodato Giuliano per tutto quello che ha fatto per me ma, devo dire che è sempre una capa tosta…nonostante le condizioni atmosferiche avverse, quella specie di uomo delle nevi, non è voluto tornare giù ma, si è intestardito nel continuare la cresta…menomale che ha problemi fisici!
 Il delinquente di mio fratello lo ha assecondato, Massimo non ha fiatato, Giustino non ci ha capito niente ed io non ho osato contraddirlo…abbiamo proseguito.


Senza fari fendinebbia percorriamo l’esposta cresta fino ad arrivare al culmine di essa, tre mucchi di sassi sono posizionati a circa 2m di distanza fra di loro. Su l’ultimo c’è una scritta blu: Rocca Genovese 1945m.


Sono le 12:20, scatto rapidamente una foto e scappiamo via.
Percorriamo a ritroso la cresta ma non arriviamo alla sella per poi scendere, sarebbe troppo comodo! Dall’ alto si vede la radura dove dobbiamo andare perciò, perché tornare alla sella? Basta scenderci direttamente, tanto si vede!
Percorriamo il ripido prato innevato, entriamo nel folto bosco e usciamo sulla radura…wow!


Dietro delle rocce, c’è un posto riparato dal vento dove effettuare la pausa pranzo. Sono le 12:50 L’intelligentone di Giustino mangia uno yogurt per dimagrire, il furbone di Massimo non si è portato niente in quanto: la sera torna tardi (cosa fai brutto malandrino?), la mattina si sveglia tardi (sei uno schifo di uomo!) ed alla mamma non dice niente (bravo, così si fa!) perciò, il panino non ci sta.
Mio fratello mangia regolarmente, io, al mio panino gliele do due moccicate e Giuliano…caccia dallo zaino una sardella di stozza con la mortadella che fa svenire tutta la fauna del parco.
Dopo esserci gelati ben bene, alle 13:25, ripartiamo (tanto Antonio sta lavorando al frantoio perciò facciamo quello che vogliamo…Ndò 35 minuti di pausa, 35 capito?).


Percorriamo a ritroso il sentiero t4…è molto bello: i faggi secolari, il muschio sulle rocce, i colori autunnali (quasi invernali), la neve, i prati verdi…una favola!


Si torna allegramente alla macchina (ore 14:50) dove si discute di un argomento molto importante per la nostra associazione: in quale bar dobbiamo fermarci per un bicchiere di vino?
L’escursione non è stata affatto impegnativa: abbiamo coperto solo 550m di dislivello però è stata carina in quanto abbiamo visto un luogo per noi nuovo e poi, è stata effettuata da un gruppo anomalo anzi, anormale…uno peggio dell’altro.


2 Commenti
Articolo del 08 Nov 2006 by Alfredo
by ALFREDO @ 11 Nov 2006 11:04 pm
Giuliano ha segnato profondamente le sorti della mia vita di montanaro, mi ha insegnato tanti sentieri, mi ha insegnato a sciare, mi ha portato in luoghi fantastici, con lui ho fatto le prime vie alpinistiche da primo, con lui sono andato per la prima volta su montagne fuori dalla mia regione etc.
Oltre che compagno di cordata, è anche un vero amico anzi, è quasi un secondo padre...sì, è fatto a modo suo però, gli voglio bene anche per questo.
Andare in montagna con lui dopo tanto tempo è stata una cosa bellissima, ho fatto un salto indietro nel tempo.
by camosciojustin @ 12 Nov 2006 11:14 pm
le moccicate oltre al panino li dai anche agli accenti. Alfrè l'ultima pagina è sempre più coperta, vedi cosa devi fare! tonguecomunque per riiniziare è stata una bella uscita. Ciao ai CAMOSCI smile
Nome:
E-mail: (opzionale)
Smile: smile wink wassat tongue laughing sad angry crying 

| Cancella coockie


2005/2011 Camosci d'Abruzzo - Content management powered by CuteNews