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01-07-2006 Lyskamm occidentale (4477m) gruppo M.Rosa
Finalmente, era ora! Dopo quasi due anni siamo tornati a calpestare la vetta di un 4000. (L'ultimo è stato il Monte Bianco nel 2004).
Con un gruppo fantastico siamo partiti da Chieti (uno di noi da Fara) alla conquista del Castore (4228m).

30-06-06
Arriviamo, dopo una nottata passata in macchina, a Stafal (o Staffal) (località vicino Gressoney la Trinitè  (Valle d’Aosta))
Ci spogliamo dei nostri abiti borghesi e indossiamo le “uniformi da guerra”.
Facciamo i biglietti per gli impianti di risalita della “Bettaforca” e ci accingiamo, con passo lento e sicuro, a salire la gradinata che porta all’ingresso della funivia.
Percorriamo i due tratti di impianti: il primo in cabinovia, il secondo in seggiovia.
Ore 09:15 Colle di Bettaforca (2672m).


Iniziamo a camminare, con gli zaini colmi di schifezze varie, inizialmente per la sterrata, poi per sentiero sfasciato.
Lungo il percorso si parla dei più svariati argomenti quando, ad un certo punto, lancio una sfida: bisogna cercare di parlare per almeno un’ora in italiano e senza volgarità, il primo che sbaglia paga da bere.
Giustino, per evitare di sbagliare, diventa muto.
Dopo circa cinque minuti di discorsi forzatamente in italiano (quasi) corretto, ci rompiamo le scatole e ricominciamo a parlare in letamaiese.
Passiamo fra: massi granitici, ruscelli di scioglimento, residui di neve e ghiaioni fino a raggiungere la cresta finale protetta da una fune gigante.


Bisogna oltrepassare persino un, non molto scenografico, ponticello di legno che collega due guglie lungo il filo di cresta.
Si vede la fine della capezza (cordone solitamente di canapa) e subito dopo la bandiera davanti al rifugio.


Ore 12:50 rifugio Quintino Sella (3585m)
L’ambiente è a dir poco straordinario, forse il più panoramico dei rifugi da noi visitati.
Ad est abbiamo: il ghiacciaio del Lys, la cresta del Naso ed in fondo si scorge il rifugio “Città di Mantova”.
Dal “Mantova”, seguendo la cresta a salire, si incontra la “Piramide Vincent” (4215m), il “Balmenhorn” con sopra il “Cristo delle vette” (4167m), il “Corno Nero” (4322m) ed il “Ludwigshoe” (4342m).
A nord: il “Castore” (4228m), il “Lyskamm occidentale” (4477m) ed il “Lyskamm orientale” (4527m).
Ad ovest, in lontananza, si vede l’imponente mole del “Matterhorn” o, in gergo familiare, “Cervino” (4478m).
Per non parlare delle altre lontane vette che ci circondano: “Gran Paradiso”, “Monte Bianco” etc…(gli altri nomi non li conosco).
Dopo circa mezz’ora (5 minuti) per ammirare il mondo che ci circonda entriamo nel rifugio.
Il grande capo (Antonio) s’interna nei meandri della costruzione e sparisce.
Qualche minuto dopo esce fuori e convoca una riunione.
Parla della possibilità di salire sul Lyskamm occid. invece che sul Castore.
Rimaniamo perplessi per qualche secondo poi, le nostre facce s’illuminano d’immenso, le gambe iniziano a fremere e qualche confuso verso animalesco, seguito da bava, esce dalle bocche distorte dall’emozione.
Praticamente significa si.


Consumiamo con estrema rilassatezza il meritato panino che ha viaggiato con noi per circa 800 Km (780 per la precisione)
Con l’inno di Mameli che esce dalle corde vocali (la sera si gioca il quarto di finale Italia-Ucraina) ammazziamo il tempo fino all’ora di cena.


Ore 19:00, ora di cena.

     
Mentre noi prendiamo delle conchiglie alla “puttanesca”, il prode Antonio degusta un fantastico brodo di dado con pezzi di pane a bagno (beato lui!).
Dopo il lauto pasto usciamo per ammirare il tramonto.
Rientriamo nel rifugio e, dopo aver visto il primo tempo della partita (1 a 0 per l’Italia) si va a dormire.

01-07-2006
Ore 04:00. L’orologio di mio fratello suona incessantemente ma, il suo proprietario non lo sente in quanto ha infilato nelle orecchie due tappi di gomma.
Antonio (è sempre lui a risolvere le situazioni), nghe ‘na zambat’ a lu spe zzell’ (con un calcio allo stinco), fa in modo che lo stato comatoso in cui si trova Marco termini bruscamente.
Dopo una lunga trafila per prepararci, è il momento della colazione.
Chiediamo al gestore del rifugio l’esito della partita di calcio, abbiamo vinto 3-0.


Usciamo dal rifugio, mettiamo i ramponi, formiamo le cordate, ci leghiamo e, alle 05:30, iniziamo a seguire la traccia che s’inoltra nel ghiacciaio.


Il primo tratto è in leggera salita con qualche crepaccetto insignificante.
Il ghiaccio è duro ed i ramponi fanno rumore.
La prima cordata, formata da Antonio, Rossano e Marco, procede spedita senza fermarsi, la seconda invece, con me, Giustino e Manlio, è più lenta ed effettua più pause per fotografare il paesaggio fantastico che si scopre sempre di più man mano che si guadagna quota. (non è una scusa per giustificare la nostra posizione arretrata, non siamo spompati).


Dopo circa mezz’ora di marcia mi volto ed osservo lo straordinario spettacolo dell’alba tra i monti.
Le mie gambe si bloccano, successivamente lo fanno anche quelle di Giustino e di Manlio mentre, le zampe della prima cordata volano via senza accorgersi di quello sta accadendo intorno a loro. Lo vedranno nelle mie foto.
Non fa molto freddo e l’aria che si respira è pulita, le nostre gambe girano bene e sembrano non accusare della quota.


Il primo tratto ripido ci porta sulla cresta che termina a “Colle Felik” (4061m) (per Giustino “Mastro Felik”).
Da qui si apre un altro mondo incantato: la cresta del “Castore”, le alpi svizzere ed il “Cervino” con la sua imponente parete nord.


Ora percorriamo un tratto in piano fino a raggiungere l’attacco della cresta ovest del “Liskamm occidentale”.
Il primo pezzo è ben ghiacciato e non abbiamo problemi poi, la cresta diventa molto sottile ed esposta, fortunatamente il ghiaccio è solido ed iniziamo a percorrerla con molta prudenza.


Lungo questa parte di percorso sono molto tranquillo e non accuso affatto l’esposizione, l’unica preoccupazione è per i miei compagni che osservo spesso ma, procedono meglio di me.
Giungiamo al termine dell’affilata crestina ed inizia il tratto più duro: un muro di circa 200m a 45° ghiacciato fino all’osso, in ombra e con un venticello rompiscatole.
Lo affrontiamo molto lentamente con numerose soste (non solo tecniche ma anche fotografiche).
Il segnale di partenza dopo una sosta consiste nel dire: “Poropò” (cosa significa? –è un brano dell’inno di Mameli: “poropò… poropò… porpoppoppoppoppò…Fratelli d’Italia l’Iitalia s’è desta……)
Usciamo dalla salita spezzaossa ed il paradiso continua. Si sono scoperte ora anche le altre cime del massiccio: “Punta Nordend” (4609m), “Punta Dufour” (4634m, la più alta), “Punta Zumstein” (4563m), “Punta Gnifetti” (4554m) con a capo la capanna “Regina Margherita”.


Ora non ci resta che percorrere l’aerea e pianeggiante cresta finale fino a raggiungere la nostra meta.


I nostri amici più veloci ci attendono a circa cento metri dall’arrivo, affiancati percorriamo così gli ultimi metri.


Ore 09:40, la vetta.
Con un abbraccio senza parole e con gli occhi gonfi dalla commozione i “Camosci d’Abruzzo” raggiungono la cima del “Liskamm occidentale” (4477m per alcune cartine e 4481m per altre. L’altezza non importa, basta che siamo tutti uniti).


Secondo me ci troviamo proprio al centro del gruppo del Monte Rosa, il panorama intorno a noi è superlativo (questo concetto l’avrò espresso minimo 3 volte) tanto che c’è una visione a 360° di tutte le cime del gruppo.


Alle 09:50 iniziamo la discesa. Non dobbiamo calare di concentrazione, non vi sono difficoltà particolari ma bisogna stare attenti.
Mi sono piaciute le parole di Antonio: “Tranquilli, dobbiamo solo scendere!”


Torniamo sulle nostre tracce e con estrema serenità ripercorriamo a scendere tutto il percorso della salita.
Vista al contrario la cresta fa più effetto.
Torniamo a “Colle Felik” (Mastro Felik) dove effettuiamo una pausa ristoro.


I nostri volti sono felici, sereni, spensierati.
Saliamo sopra un altro 4000, “Punta Felik” (4088m). Si, non può essere considerato proprio come una cima ma, visto che ci troviamo…
Affrontiamo tranquillamente l’ultima ripida discesa e poi il pianoro, con neve ormai molle, ed infine raggiungiamo di nuovo il rifugio “Quintino Sella” (ore 12:50).


Stozza, cartoline, ultima visita al bagno, ricomposizione zaini e, alle 13:55, via verso la funivia.
La cresta rocciosa è una volata.


Antonio non si smentisce mai, lui innalzerebbe omini di pietra persino sulla luna.
Ripercorriamo il sentiero pieno di sfasciume e, alle 15:55, raggiungiamo il “Colle di Bettaforca” e prendiamo gli impianti di risalita (in questo caso di ridiscesa).


In poco tempo eccoci a Staffal (o Stafal) e via al bar.
Alle 18:30 circa ripartiamo per Chieti (uno per Fara).
Mi è sembrato di aver vissuto in un sogno…un bel sogno. Tutto è andato per il meglio: nessun inconveniente, nessuna tensione tra di noi, il gruppo affiatato, il tempo fantastico e tanta voglia di andare in montagna.
Poi è sopraggiunto anche il fattore sorpresa: chi si aspettava di salire sul “Lyskamm occidentale”?
Un lauto ringraziamento va anche alla nostra montagna madre: la “Majella” infatti, percorrendo a ruota libera i suoi enormi dislivelli abbiamo potuto raggiungere una preparazione fisica eccellente.
Antonio è stato impeccabile come sempre, Giustino è migliorato tantissimo diventando una pedina fondamentale del gruppo (a parte il cervello), Manlio è stato molto determinato e concentrato, Marco vola senza problemi e Rossano, alla sua prima esperienza su un 4000, è un mostro, non ha fatto una piega nonostante Antonio gli avesse tirato il collo con il passo sociale.
Si, devo dire che ha rotto le scatole da Chieti però in montagna è bravo.
Bravi tutti! Ragazzi siete forti! Soprattutto…GRAZIE.

9 Commenti
Articolo del 05 Jul 2006 by Alfredo
by alfredo @ 05 Jul 2006 10:01 pm
Questo che segue è un commento che esprime un mio pensiero personale e non ho ritenuto opportuno inserirlo nel racconto.
E' stata un'eperienza straordinaria e ricca di emozioni però la mia mente pensava a volte (spesso) ad una persona con cui mi sarebbe piaciuto condividerla, colui che è stato il trascinatore del gruppo.
crying
Ci dobbiamo fare na magnata a Fiore che... tongue
by BaroneRosso @ 06 Jul 2006 08:37 am
Grazie, grazie infinite a tutti ed in particolar modo al capocordata per avermi dato la possibilità di vivere l'entusiasmante esperienza...
by vincenzo @ 06 Jul 2006 01:02 pm
Bravi ragazzi,
siete dei grandi.
grazie Alfrè.
The president.
by Marco @ 06 Jul 2006 06:32 pm
Per me, il momento più bello è stato il dolce risveglio alle 4:00 del mattino: zambata di Antonio, e Manlio che non smetteva più di ridere........... tongue
Dal Lyskamm si vede TUTTO!
by Attilio @ 06 Jul 2006 10:15 pm
Bellissimo
by stefano @ 07 Jul 2006 08:23 am
CHE EMOZIONI PER VOI....MA CHE NOSTALGIA ..PER ME!! Complimenti a tutti!!! Anche se non mi faccio sentire vi seguo (e rendo partecipi colleghi, amici e parenti) con attenzione maniacale. Vi penso sempre e, per il momento, devo accontentarmi (si fa per dire) di pregiarmi della vostra amicizia "platonica"!! Vabbò cavolate a parte di nuovo COMPLIMENTISSIMI e, spero, a presto.
Stefano.
by ronin @ 07 Jul 2006 04:43 pm
alfrè il racconto scritto dal barone rosso sul suo blog dà delle emozioni, il tuo racconto ne dà decisamente delle altre laughing
i due rovesci della medaglia!
w i camosci!
by Vincenzo @ 07 Jul 2006 10:01 pm
Ronin la mia mail la tieni mandami l'indirizzo del blog del barone, che voglio farmi accapponare la pelle.....
the president.

seguirà, dopo presa visione invito
Ronin la mia mail la tieni mandami l'indirizzo del blog del barone, che voglio farmi accapponare la pelle.....
the president.

seguira dopo presa visione invito al barone per la pubblicazione del suo racconto sul sito ufficiale dei Camosci angry
by fausto @ 10 Jul 2006 07:55 pm
smile
Complimenti a tutti per l'impresa!!!!
Non appena mi sento un minimo in forma mi unirò a voi... ad oggi cammino bene ma la caviglia non è assolutamente pronta per andare in montagna... ci vuole tempo!!! sad
Ad majora!!!
FORZA CAMOSCIIIIIIIIIII
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