Venerdì 10 marzo 06 si è svolta la prima cena sociale dell’anno dei
Camosci d’Abruzzo in occasione dell’inaugurazione del nuovo sito web.
Il gruppo si è recato ad un noto ristorante sito sui colli di Fara Filiorum Petri (badate bene non Fara San Martino).
I soci presenti erano: Vincenzo La Monaca (presidente), Antonio Di
Fulvio (vice presidente), Massimo Sammartino (consigliere), Giuliano Di
Marzio (consigliere), Massimo Ferraraini (socio fondatore), Attilio
Treppiedi (consigliere), Alfredo Zuccarini (consigliere), Marco
Zuccarini (socio fondatore) e Giustino Pardi (socio fondatore). Inoltre
hanno partecipato: il futuro (manca solo l’investitura ufficiale)
camoscio Manlio Marinozzi, il simpatizzante camoscio (partecipa solo
alle cene) Luigi Zuccarini ed il Web Master Rossano di cui si ignora il
cognome.
I soci prendevano posto in maniera ordinata alle ore 20:45 circa.
Bisognava aspettare l’Amico Rossano che sarebbe dovuto arrivare con un
po’ di ritardo a causa di un impegno improrogabile e di fondamentale
importanza per il suo futuro (corso di nuoto).
L’attesa sembrava essere infinita, i secondi erano lenti come tartarughe, i minuti come lumache e le ore…… (non so cosa dire).
Sul tavolo c’erano taglieri pieni di ogni ben di Dio come antipasto e noi li a guardare con la bava alla bocca.
Il “mariuolo” di giuliano con un’abile mossa da prestigiatore ha fatto
sparire, all’oscuro di sguardi indiscreti, una bruschetta con il
pomodoro.
Alle ore 21:00 entrava finalmente in sala l’atteso ospite ed i soci
senza, degnarlo nemmeno di uno sguardo, iniziavano ad ingozzarsi come
facoceri.
Dopo un gustosissimo antipasto, tacconi e ceci hanno esordito con successo sul tavolo della rinomata osteria.
S è proseguito con sagne e fagioli aspirate letteralmente dal presidente.
Vincenzo ha gradito molto e non si fa pregare per fare il bis.
Anche ad Antonio non è dispiaciuto svuotare il trocco (in italiano
scodella dove mangiano i maiali) colmo di quella prelibata pasta
condita dai più esplosivi dei legumi.
Dopo circa un’ora i fumi dell’alcol hanno iniziato il loro lavoro di assopimento.
Ecco il secondo. Quando era in vita saltava e mangiava in allegria. Adesso invece, chi se lo mangia salta per l’allegria.
Un coniglio rosolato al forno con patate e spezie locali. La sublimazione del palato!
I commensali hanno gradito la pietanza spolpando la povera bestiolina con voracità; tipica di un camoscio abruzzese.
Particolarmente combattivo era il Treppiedi che guardava in cagnesco il
suo dirimpettaio, come a difendere la preda appena conquistata.
C’è stato anche il momento per brindare al nuovo sito
www.camoscidabruzzo.it (in realtà si brindava per qualsiasi
evento, anche alla pioggia che cadeva).
Dopo il dolce, il caffè, gli amari, gli amari, gli amari e gli amari, i
camosci si sono alzati satolli (non si reggevano in piedi) lasciando
una tavola ridotta ormai ad un campo di guerra.
Come loro abitudine, hanno continuato a far baldoria e raccontare barzellette anche fuori dalla trattoria (sotto la pioggia).
E’ stata una piacevolissima serata in perfetto stile camosci (allegria, spensieratezza, amicizia e confusione).
Purtroppo, per motivi di salute, non è potuto essere presente il grande
segretario Stefano Carboni (sarebbe partito da Roma per recarsi a
Fara!) a cui il gruppo deve tutta la sua riconoscenza per il primo
inserimento in rete delle avventure dei Camosci d’Abruzzo.