Da poco anche su facebook...cercateci!



Visite:


12-02-2006 Sciescursionismo sul Sirente
Era una splendida domenica di metà febbraio, ad Ovindoli c’erano circa 5 gradi sotto zero. Io, mio fratello Marco e Manlio scendiamo dal furgone e sbattendo i denti ci mettiamo gli sci e percorriamo la mulattiera innevata che parte dal maneggio.



Il pazzo di Manlio stava con gli scialpinismo ma con gli scarponi da sci da discesa infatti si stava massacrando i piedi ma era contento.



Terminato l’interminabile tratto in leggerissima salita (quasi in piano) abbiamo affrontato due tornanti un po’ più ripidi e finalmente siamo anche usciti dal bosco.
Davanti a noi ci si è presentato un panorama a dir poco spettacolare: la Serra di Celano, le omonime gole, i monti del parco, le candide valli del Sirente ed altro ancora.



Siamo ripartiti scoppiettando dopo aver fatto il pieno alla vista ed allo spirito ed abbiamo raggiunto la fine della mulattiera.



Era tutto ghiacciato e per proseguire siamo stati costretti a mettere le pelli di foca.



Abbiamo iniziato a salire lungo una delle tante valli che ci si presentavano davanti sperando che fosse quella giusta (dovevamo percorrere la Valle d’Arano).



Dopo molti saliscendi e deviazioni varie si è scoperta la cresta che sale da Rovere al cui culmine dominava la vetta del Sirente. Menomale, almeno la direzione era giusta.



Manlio stava soffrendo come una persona che soffriva in sofferenza sofferta (non diceva niente però gli si leggeva negli occhi) ma teneva duro anzi, scherzava anche.



Giunti ad una valletta ci siamo fermati per bere il favoloso the fatto da me alle 5:00 di mattina conservato nel mio nuovo fantastico thermos con isolamento sotto vuoto. Lo so che non ve ne importa niente del mio thermos e che il the fatto da me fa schifo ma devo allungare il brodo altrimenti il racconto risulta troppo corto.
E’ iniziato a soffiare un bel vento freddo (-3°c) quindi, dopo esserci ben coperti, siamo ripartiti verso la lontana vetta.



Mentre stavamo camminando a mezza costa lungo un pendio (praticamente stavamo provando a tagliare una valanga), il povero Manlio ha deciso di tornare a valle in quanto il dolore ai piedi, procuratogli dagli scarponi, era insopportabile. (non capisco come abbia fatto ad arrivare fin li con quell’attrezzatura inappropriata).
Dopo il triste addio, sventolando in lacrime dei bianchi fazzolettini, io e Marco abbiamo proseguito fra le nebbie il nostro cammino verso la vetta.



Abbiamo raggiunto la cresta ghiacciata e dopo aver superato il ripido tratto finale, raggiungiamo la cima del monte Sirente fra mille festosi Camosci.



Purtroppo la croce di vetta aveva abbandonato la sua postazione in quanto il vento birbone l’aveva sicuramente cacciata via facendola precipitare nel famelico canalone Majore.





Dopo le foto di rito siamo tornati giù percorrendo il primo ripido e ghiacciato tratto di discesa con gli sci in spalla, successivamente, quando il pendio è diventato alla nostra portata, abbiamo rimesso gli sci e siamo scesi usando le nostre rudimentali tecniche di sciescursionismo (spazzaneve), cascando molte volte, fino al furgone.



Manlio era li beato a godersi il caldo sole di un febbraio ovindolese.
Per essere la prima vetta del 2006 non ci possiamo lamentare. Ciao ciao.
 

 
 
1 Commenti
Articolo del 01 Mar 2006 by Alfredo
by Admin @ 02 Mar 2006 07:23 am
Propongo un premio ai Camosci più attivi e prolissi! wink
Nome:
E-mail: (opzionale)
Smile: smile wink wassat tongue laughing sad angry crying 

| Cancella coockie


2005/2011 Camosci d'Abruzzo - Content management powered by CuteNews